L’indagine Excelsior: le professioni più rilevanti per il digitale e più difficili da reperire

Le informazioni del Sistema Informativo Excelsior permettono di individuare per ciascuna competenza per il digitale le professioni maggiormente coinvolte e fra queste quelle di più difficile reperimento. In generale, si evidenzia che tanto più sono ritenute importanti le e-skill maggiore è la difficoltà di trovare sul mercato il profilo professionale ricercato.

Iniziando dall’analisi della competenza digitale di base, i dati mostrano che la difficoltà di reperimento di figure con competenza di grado elevato è superiore di circa 6 punti percentuali rispetto a quando sono richiesti profili per i quali tali competenze sono ritenute poco importanti per lo svolgimento dell’attività lavorativa: nel primo caso la difficoltà di reperimento è pari al 36,3%, mentre nel caso di competenza di importanza bassa e medio-bassa è pari al 30,5%.

Focalizzando l’attenzione sulle figure per cui è richiesto con elevata importanza il possesso delle competenze digitali risultano le più difficili da reperire nel mercato del lavoro i tecnici programmatori (è difficile da reperire il 67,8% dei profili con elevata competenza in possesso), analisti e progettisti di software (65%), disegnatori industriali e agenti immobiliari (63,6%).

Le figure professionali più difficili da reperire quando le imprese ricercano con un elevato grado di importanza competenze digitali di base, come l’uso di tecnologie internet, capacità di gestire e produrre strumenti di comunicazione visiva e multimediale

Altresì osservando le competenze matematiche e informatiche, si evidenzia una crescita di oltre 7 punti percentuali del mismatch fra domanda e offerta di lavoro a seconda che il grado di importanza della capacità per l’attività lavorativa sia basso/medio-basso o elevato, passando da una difficoltà di reperimento del 30,9% al 38%. Nel dettaglio, quando le competenze matematiche e informatiche sono richieste con elevata importanza, tra le professioni per cui le imprese segnalano una più elevata difficoltà a reperire candidati (tabella 12) si evidenziano i tecnici programmatori (il 68,9% dei profili in entrata con questa competenza è di difficile reperimento), gli analisti e progettisti di software (68,4%), i disegnatori industriali (65%) e tecnici gestori di reti e di sistemi telematici (63,2%).

Le figure professionali più difficili da reperire quando le imprese ricercano con un elevato grado di importanza la capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici per organizzare e valutare informazioni qualitative e quantitative.

Per quanto riguarda la capacità di gestire soluzioni innovative applicando tecnologie 4.0, si riscontra un aumento della difficoltà di reperimento al crescere del grado di importanza della skill per le mansioni da svolgere (tabella 13). Si registra, infatti, una difficoltà del 39,4%, quando è molto importante rispetto alla quota del 32,2%, per i profili richiesti con un’importanza bassa e medio-bassa della capacità. Fra le figure di più difficile reperimento, quando le imprese sono alla ricerca di elevate competenze 4.0, si rilevano i tecnici gestori di reti e di sistemi telematici, per cui il 70,8% dei profili ricercati con questa competenza risulta difficile da trovare sul mercato del lavoro, i tecnici programmatori (69,4%delle entrate) e gli analisti e progettisti di software (68,1%).

Le figure professionali più difficili da reperire quando le imprese ricercano con un elevato grado di importanza capacità di gestire soluzioni innovative applicando tecnologie “4.0”.

Per tutte e tre le e-skill si tratta di figure di elevato profilo, appartenenti ai gruppi più specializzati, per lo più professioni specialistiche e tecniche, per cui la difficoltà di reperimento – nell’indagine rilevata anche per lo specifico settore e territorio – può essere spiegata dal ridotto numero di figure disponibili sul mercato per l’elevata concorrenza tra le imprese nella ricerca di queste figure, ormai strategiche in diverse funzioni aziendali e in alcuni casi di “nicchia”.

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L’indagine Excelsior: la difficoltà di reperimento dei titoli di studio con competenze digitali

La difficoltà di reperimento è uno degli effetti del mismatch domanda e offerta di lavoro, ossia quel fenomeno per cui le imprese hanno difficoltà a trovare i profili di cui necessitano. Questa problematica nel 2020 ha riguardato quasi una figura su tre (29,7%) sul totale delle entrate programmate in Italia, il 26% nella regione Campania ed il 23% nella provincia salernitana.

Conoscere la fenomenologia della difficoltà di reperimento è utile per mettere in piedi tutte quelle azioni utili alla riduzione del mismatch della domanda offerta di lavoro.

Le difficoltà straordinarie delle contingenze del 2020 e la complessità del contesto competitivo in cui le imprese operano si è tradotta nella ricerca di profili professionali con un mix complesso di competenze, da cui deriva la difficoltà di reperimento. Si ripropone quindi il fondamentale tema dell’orientamento e dei relativi servizi di supporto, tra cui un’ampia informazione sui potenziali sbocchi lavorativi al momento di scegliere il percorso di formazione da intraprendere. I fabbisogni professionali di competenze digitali richiedono anche il possesso di determinati titoli e percorsi di studio, per questo è opportuno comprendere anche la difficoltà di reperimento di risorse in base alle competenze. Tra gli indirizzi di studio per cui le imprese dichiarano una difficoltà di reperimento più alta, insieme a quelli direttamente legati alle diverse competenze per il digitale, si nota la presenza di indirizzi universitari come: ingegneria elettronica e dell’informazione, indirizzo scienze matematiche fisiche e informatiche, indirizzo psicologico e l’indirizzo di ingegneria industriale.

Per quanto concerne il livello legato agli ITS, gli indirizzi più difficili da reperire sono: Nuove tecnologie per il made in Italy – sistema casa, Nuove tecnologie per il made in Italy – meccanica e l’indirizzo relativo alle Nuove tecnologie per il made in Italy – moda, Tecnologie della informazione e della comunicazione ed Efficienza energetica.

Per quanto riguarda il livello secondario invece gli indirizzi più richiesti per le competenze digitali sono indirizzo meccanica, meccatronica ed energia, indirizzo produzione e manutenzione industriale e artigianale, indirizzo produzione e manutenzione industriale e artigianale e indirizzo sistema moda.

A livello dei diplomi professionali e di qualifica professionale gli indirizzi con maggiore difficoltà di reperimento sono impianti termoidraulici, meccanico, elettronico, grafico e cartotecnico, agricolo e benessere.

E nel nostro territorio?

Di seguito analizziamo le competenze digitali richieste dalle imprese ai profili in entrata rispetto ai principali indirizzi di studio sia a livello nazionale, regionale e territoriale.

Nella provincia salernitana la competenza digitale “Applicare tecnologie 4.0 per innovare i processi” in tre su quattro indirizzi di studio (Livello Universitario 69,2%, Livello Secondario 44,6% e Qualifica di formazione o diploma secondario 39,9%) è richiesta in misura maggiore in termini percentuali rispetto la regione Campania e il territorio nazionale.

La “competenza digitale di base” è in linea nel Livello Universitario e Livello Secondario, mentre per le figure provenienti da ITS e Qualifiche/Diplomi Professionali la richiesta è minore in termini percentuali.

Solo per il Livello Secondario (57,1% ) la competenza digitale di “utilizzo dei linguaggi e metodi matematici/informatici” risulta in relazione alla Campania (53%) e all’Italia (53,6%) superiore.

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L’indagine Excelsior: Titolo di Studio e Competenza Digitale

La centralità dell’acquisizione di competenze nei percorsi di studio e formazione è una delle sfide dei prossimi anni, in un’ottica di lifelong learning, ossia l’apprendimento permanente, anche in età avanzata.  Conoscere le richieste del mondo produttivo in termini di formazione e competenze richieste serve a ricalibrare i programmi di apprendimento, le materie di approfondimento soprattutto in un’ottica di accesso a programmi innovativi e aggiornati in grado di contrastare il fenomeno dell’obsolescenza delle competenze. La centralità dell’acquisizione delle competenze nel mondo del lavoro, la continua innovazione, i processi di trasformazione digitale implicano che i percorsi di formazione e di istruzione siano mirati, adatti al contesto e al mercato, nonché fondamentali nella gestione delle transizioni tra i posti di lavoro nella vita di ogni lavoratore. Il livello e l’indirizzo di studio riferiti alle previsioni di assunzione delle imprese italiane nel 2020 costituiscono un significativo elemento di analisi anche rispetto all’offerta formativa presente sul territorio ed alla sua adeguatezza rispetto alle richieste delle imprese, da sempre un elemento rilevante della programmazione offerta dagli Istituti italiani.

Dall’analisi della richiesta di e-skill per livello di istruzione, si evidenzia innanzitutto che al crescere del titolo di studio aumenta la quota di competenza necessaria per lo svolgimento della professione come si evince dal grafico. Nel dettaglio le abilità digitali di base, quali l’utilizzo delle tecnologie internet e la capacità nella gestione di strumenti di comunicazione visiva e multimediale, sono necessari per la quasi totalità dei laureati (di cui il 65,2% sono profili richiesti con competenze di grado elevato). Importante anche la quota (circa l’85%) per i diplomati in istituti tecnici superiori (ITS) e per il 51% di questi sono ritenute di elevata importanza nella mansione da ricoprire. Per oltre la metà dei diplomati le competenze digitali sono necessarie e per oltre un quarto sono richieste con grado elevato. Per le figure in entrata con qualifica di formazione professionale le competenze risultano necessarie per il 60% delle entrate per oltre un terzo sono ritenute di elevata importanza. La capacità di utilizzare linguaggi o metodi matematici viene ritenuta necessaria dalle imprese per l’83,2% delle entrate programmate di laureati, e per il 43,7% di questi rappresenta un requisito fondamentale per svolgere il lavoro. Anche i diplomati presentano quote superiori alla media della domanda di questa competenza sia per la necessità complessiva del 53,6% sia per il grado elevato pari al 16%. Infine, la capacità di gestire soluzioni innovative è richiesta al 62,1% dei laureati e per il 28,3% questa componente è considerata di elevata importanza. Si osserva per i diplomati una quota di richiesta necessarie pari al 36,5% e di importanza elevata per il 11%.

ANALISI DELLE ATTESE DELLE IMPRESE RISPETTO ALLE COMPETENZE FORNITE DAI SINGOLI LIVELLI DI STUDIO

Livello universitario

Per le imprese il possesso di competenze, come l’uso di tecnologie internet, e capacità di gestire e produrre strumenti di comunicazione visiva e multimediale, risulta di importanza di grado elevato per l’indirizzo ingegneria elettronica e dell’informazione (il 98,1% ne riconosce un’importanza di elevato livello), l’indirizzo scienze matematiche, fisiche ed informatiche 96,1%) e l’indirizzo statistico (88,3%).

Passando all’analisi dell’importanza riferita alla capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici, si evidenzia come sia principalmente attesa dalle imprese in relazione ai seguenti percorsi universitari: ingegneria elettronica e dell’informazione (il 77,8% ne riconosce un’importanza di elevato grado), l’indirizzo agrario, agroalimentare e zootecnico (il 72,6% ne riconosce un’importanza di elevato grado) e l’indirizzo scienze matematiche, fisiche e informatiche (il 68,8% ne riconosce un’importanza di elevato grado).

Secondo la medesima logica infatti si può procedere all’analisi della capacità di utilizzare tecnologie 4.0 per innovare i processi, evidenziando come tale competenza di elevato livello sia attesa dalle imprese in relazione ai seguenti percorsi universitari: ingegneria elettronica e dell’informazione (60,8%), l’indirizzo scienze matematiche, fisiche e informatiche (58,2%) e altri indirizzi di ingegneria (42,8%).

Livello post secondario, gli Istituti Tecnici Superiori

All’interno dei percorsi di istruzione tecnica superiore, gli indirizzi per cui si evidenzia una più elevata importanza del possesso di competenze come l’uso di tecnologie internet, e capacità di gestire e produrre strumenti di comunicazione visiva e multimediale, sono: tecnologie dell’ informazione e della comunicazione (il 94,9% dichiara un livello elevato di importanza), l’indirizzo agroalimentare – nuove tecnologie per il made in Italy (81,9% di grado elevato ) e l’indirizzo marketing e sostenibilità – Nuove tecnologie per il made in Italy (75,9% di grado elevato).

Passando all’analisi del possesso della capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici, gli indirizzi ove si riscontra un’importanza di grado elevato di questo genere di capacità sono: tecnologie dell’ informazione e della comunicazione (62,6%), l’indirizzo marketing e sostenibilità per le nuove tecnologie made in Italy (47,6%) e tecnologie innovative per i beni e le attività culturali (44,1%).

Secondo la medesima logica infatti si può procedere all’analisi degli indirizzi ove la capacità di utilizzare tecnologie 4.0 per innovare i processi è considerata di più elevata importanza. Per cui sono l’indirizzo agroalimentare per le nuove tecnologie per il made in Italy (44,3%), Tecnologie della informazione e della comunicazione (43,4%) e l’indirizzo di meccanica per le nuove tecnologie per il made in Italy (34%).

Livello secondario.

All’interno dei percorsi di istruzione secondaria, gli indirizzi per cui si evidenzia una più elevata importanza del possesso di competenze come l’uso di tecnologie internet e capacità di gestire e produrre strumenti di comunicazione visiva e multimediale, sono: indirizzo informatica e telecomunicazioni (con l’82,8% di richiesta di competenze di livello elevato), il liceo indirizzo linguistico (41,4% di richieste di livello elevato) e l’indirizzo amministrazione, finanza e marketing con circa l’80% complessivo di cui il 41,6% di richieste di livello elevato.

Passando all’analisi del possesso della capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici, gli indirizzi ove si riscontra una più elevata importanza di questo genere di capacità vedono al primo posto ancora l’indirizzo informatica e telecomunicazioni (39,7% di richieste di livello elevato), a seguire indirizzo costruzioni ambiente e territorio (22,9%) e indirizzo elettronica ed elettrotecnica (22,2%). Importante anche la richiesta complessiva di digital skills per i diplomati al liceo linguistico e all’indirizzo amministrazione, finanza e marketing.

Secondo la medesima logica infatti, si può procedere all’analisi degli indirizzi ove la capacità di utilizzare tecnologie 4.0 per innovare i processi è considerata di più elevata importanza. Al primo posto per la richiesta di competenze di livello elevato (figura 45) anche in questo caso, l’indirizzo informatica e telecomunicazioni (33,4%), a seguire indirizzo elettronica ed elettrotecnica (18,9%), indirizzo meccanica meccatronica ed elettrotecnico (12,5%), dati importanti anche per il liceo artistico (13,7%) e per gli altri licei (classico, scientifico e scienze umane) con il 12,4%.

Livello qualifica formazione professionale o diploma professionale

Analizzando l’importanza dell’uso di tecnologie internet e capacità di gestire e produrre strumenti di comunicazione visiva e multimediale per gli indirizzi di Istruzione e Formazione Professionale, emerge che la richiesta di competenze di grado elevato caratterizzano l’indirizzo elettronico (60,2%), l’indirizzo commerciale amministrativo segretariale (32,8%) e l’indirizzo servizi di vendita (20,1%).

Passando all’analisi riferita alla capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici, si evidenzia come le imprese si attendano un grado elevato di tale capacità per gli indirizzi: indirizzo elettronico (25,2%), indirizzo legno (20,9%) e indirizzo amministrativo segretariale (17,3%).

Infine, per quanto riguarda la capacità di applicare tecnologie “4.0” per innovare processi si osserva che è ancora una volta l’indirizzo elettronico (il 25,4% dichiara un livello alto di importanza), indirizzo impianti termoidraulici (il 17% dichiara un livello alto di importanza) e l’indirizzo legno (il 15,4% dichiara un livello alto di importanza) ad assegnare i livelli più elevati di importanza a questa capacità.

 

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L’indagine Excelsior: capacità di applicare tecnologie “4.0” per innovare processi

Esaminando i dati della capacità di applicare tecnologie “4.0” per innovare processi per gruppi professionali, si osserva che questa competenza viene richiesta – con importanza elevata – per il 33,7% % delle assunzioni di professioni specialistiche, per il 33,2% dei dirigenti e per il 21,7% delle professioni tecniche.

Le imprese richiedono con elevata importanza la capacità di gestire soluzioni innovative applicando tecnologie “4.0” per almeno la metà delle entrate di ingegneri elettronici e in telecomunicazioni, analisti e progettisti di software, progettisti e amministratori di sistemi, tecnici programmatori, ingegneri meccanici, tecnici gestori di reti e di sistemi telematici e approvvigionatori e responsabili acquisti.

Sono soprattutto professioni con un alto grado di specializzazione e tecniche, riconducibili ai settori della manifattura avanzata che in questi anni si sta dotando in maniera estensiva delle tecnologie e delle soluzioni industriali integrate e digitalizzate, e che molto probabilmente nel breve periodo risentirà ulteriormente della spinta alla digitalizzazione e alla trasformazione tecnologica per le misure a livello nazionale ed europeo previste per il rilancio dell’economia.

E nel nostro territorio?

In provincia di Salerno le imprese hanno previsto un totale di 59.220 entrate nel 2020. Ed al 41,6% dei lavoratori salernitani sono richieste competenze di applicazione delle tecnologie “4.0” per innovare i processi, come visto nei post precedenti.

Dall’analisi dei gruppi professionali si evidenzia che il possesso di questa competenza è richiesta con quote superiori al 50% ai Dirigenti e Professioni intellettuali e scientifiche, alle Professioni tecniche e agli Impiegati per i quali le imprese ritengono che la suddetta competenza debba essere anche di “elevata importanza”, per i Dirigenti e Professioni intellettuali e scientifiche è pari al 37,4% (quota% delle entrate per le quali la competenza è ritenuta elevata sul totale), al 24,6% per le Professioni tecniche ed al 17,3% per gli Impiegati.

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L’indagine Excelsior: capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici

La capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici, viene ormai vista dalle imprese come una competenza di base che le risorse debbono possedere.

Analizzando il fabbisogno per gruppi professionali si osserva che è necessario con importanza elevata per il 56,7% degli ingressi di dirigenti, per il 50,4% delle professioni intellettuali, scientifiche e con elevata specializzazione, per il 35,2% delle professioni tecniche e per il 30% per gli impiegati.

Al contrario, solo per il 7,7% delle entrate di conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili è considerata una capacità di grado elevato, la percentuale scende ulteriormente al 3,4% per le professioni non qualificate.

Esaminando la richiesta delle imprese nel dettaglio delle professioni, emerge che la padronanza dei linguaggi e metodi matematici e informatici è più di frequente associata a ingegneri elettronici e in telecomunicazioni, specialisti in contabilità e problemi finanziari, analisti e progettisti di software. La competenza risulta importante anche per ingegneri civili e professioni assimilate, tecnici programmatori, progettisti e amministratori di sistemi. Si tratta per lo più di professioni che rientrano nel gruppo delle professioni ad elevata specializzazione, e di alcune figure tecniche. Si osservano comunque quote di richiesta con un elevato grado di importanza di questa skill ben al di sopra della media anche tra le professioni impiegatizie (personale addetto compiti di controllo e addetti alla gestione degli acquisti) e gli operai specializzati (ad esempio manutentori e riparatori apparati elettronici industriali e di misura).

Il panorama delle professionalità per cui questo know-how risulta fondamentale è dunque piuttosto eterogeneo, ad ogni modo la capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici per organizzare e valutare le informazioni è considerata più importante per le professioni designate alla gestione e alla progettazione delle soluzioni software e dei sistemi informatici, come si vedrà anche dall’analisi per area aziendale.

E nel nostro territorio?

In provincia di Salerno le imprese hanno previsto un totale di 59.220 entrate nel 2020. Ed al 49,9% dei lavoratori salernitani sono richieste competenze di linguaggi e metodi matematici e informatici, come visto nei post precedenti.

Ma quali sono le professioni alle quali sono più richieste queste capacità nella nostra provincia?

Dall’analisi dei gruppi professionali si evidenzia che il possesso di competenze dei linguaggi e metodi matematici/informatici sono richieste con quote molto alte ai Dirigenti e Professioni intellettuali e scientifiche ed alle Professioni tecniche, per i quali le imprese ritengono che la suddetta competenza debba essere anche di “elevata importanza”, per i Dirigenti e Professioni intellettuali e scientifiche è pari al 50,5% (quota% delle entrate per le quali la competenza è ritenuta elevata sul totale) e al 33,3% (quota% delle entrate per le quali la competenza è ritenuta elevata sul totale) per le Professioni tecniche.

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L’indagine Excelsior: capacità di utilizzare competenze digitali

La capacità di utilizzare il digitale, come l’uso di tecnologie Internet, e di gestire e produrre strumenti di comunicazione visiva e multimediale, viene ormai vista dalle imprese come una competenza di base che le risorse umane debbono possedere. Dall’analisi per gruppi professionali, si evidenzia che la competenza è ritenuta molto importante per oltre il 50% delle entrate dei gruppi più elevati. Infatti, il possesso di competenze digitali con elevata importanza supera la media del 21,8% (come visto nel post precedente), per le professioni specialistiche (74,7%), i dirigenti (66,4%), le professioni tecniche (60,5%) e gli impiegati (52,4%). Al contrario per appena lo 0,4% delle professioni non qualificate si ritiene che sia importante il possesso della competenza.

Si riscontrano professioni a cui sono richieste le competenze digitali con un elevato grado di importanza con quote vicino al 100% sia nei gruppi delle professioni specialistiche e tecniche (come per esempio analisti e progettisti di software, progettisti e amministratori di sistemi, ingegneri energetici e meccanici, ingegneri elettronici e telecomunicazioni, tecnici programmatori, tecnici esperti in applicazioni), ma anche tra gli impiegati (per gli addetti all’immissione dati e gli addetti alla contabilità),e si osservano valori elevati anche per alcune figure di operai specializzati (installatori, manutentori e riparatori di apparecchiature informatiche e manutentori e riparatori apparati elettronici industriali e di misura).

E nel nostro territorio?

In provincia di Salerno le imprese hanno previsto un totale di 59.220 entrate ripartite, per gruppo professionale.

La trasformazione digitale in atto nelle imprese italiane è un driver rilevante della richiesta di figure professionali con competenze digitali e le competenze digitali rappresentano un tema strategico per lo sviluppo del Paese. La competitività delle imprese del nostro territorio passa attraverso l’investimento sul capitale umano e sulla capacità di attrarre figure con gradi sempre più elevati di e-skill.

Al 58,7% dei lavoratori salernitani sono richieste competenze digitali di base, come visto nei post precedenti. Ma quali sono le professioni alle quali sono più richieste queste capacità nella nostra provincia?

Dall’analisi dei gruppi professionali si evidenzia che il possesso di competenze digitali sono richieste con quote molto alte ai Dirigenti e Professioni intellettuali e scientifiche ed agli Impiegati, per i quali le imprese ritengono che la competenza digitale debba essere anche di “elevata importanza”, per i Dirigenti e Professioni intellettuali e scientifiche è pari al 74,8% (quota% delle entrate per le quali la competenza è ritenuta elevata sul totale) e al 57,6% (quota% delle entrate per le quali la competenza è ritenuta elevata sul totale) per gli Impiegati.

Nel seguente grafico riportiamo la suddivisione per gruppi professionali per le competenze digitali di base richieste dalle imprese salernitane.

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L’indagine Excelsior: il fabbisogno di competenze digitali

Le competenze digitali sono fondamentali per le diverse professioni, settori di attività economica e aree funzionali aziendali. Le competenze digitali rinnovano le professioni e sono sempre più richieste per i processi di creazione di valore delle imprese, per cui occorre sottolineare il fatto che tali competenze non riguardano solo i lavori digitali in senso stretto ma ormai sono richieste per tutti le professioni, tanto da ridefinirne ruoli, mansioni e routine.

La presenza pervasiva delle digital skill che travalica le professioni, i ruoli e i settori di attività.

Il numero complessivo delle entrate programmate dalle imprese monitorate dal Sistema Informativo Excelsior nel 2020 ha risentito delle dinamiche fortemente negative della crisi pandemica, mostrando una diminuzione di circa il 30% rispetto all’anno precedente. Nonostante questa contrazione, si osservano nel 2020 quote, della richiesta di competenze per il digitale, in linea con quelle del 2019, evidenziando quindi un andamento stazionario.

L’indagine Excelsior esamina le caratteristiche della domanda di e-skill nel corso del 2020. Le imprese segnalano con quale grado di importanza richiedono alle figure professionali, oltre alle competenze specialistiche legate alla singola professione, le seguenti competenze per il digitale:

• il possesso di competenze digitali, come l’uso di tecnologie Internet, e capacità di gestire e produrre strumenti di comunicazione visiva e multimediale;
• la capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici per organizzare e valutare informazioni qualitative e quantitative;
• la capacità di gestire soluzioni innovative applicando tecnologie (digitali) robotiche, big data analytics, internet of things, ecc. ai processi aziendali, anche in linea con quanto previsto nel ‘Pacchetto Industria 4.0’.

Nel 2020 le imprese oltre a richiedere più di 1,9 milioni di profili in possesso di competenze digitali di base (pari al 60,4% delle entrate complessive), hanno domandato 1,6 milioni di profili con capacità di utilizzare linguaggi matematici/informatici (51,5% del totale), infine sono oltre 1 milione e 177 mila le posizioni lavorative per cui le imprese hanno richiesto la capacità di gestire soluzioni innovative (corrispondenti al 36,3% delle entrate totali).

È possibile, inoltre, esaminare la richiesta delle imprese delle competenze in relazione all’importanza che la presenza di ciascuna abilità riveste per definirne l’adeguatezza rispetto alle attività da svolgere. L’analisi dei dati riferiti alle e-skill mostra che la competenza più richiesta con un elevato grado di importanza è il possesso di competenze digitali (21,8%), seguita dalla capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici (16,6%), ed infine la capacità di gestire soluzioni innovative (11,6%).

E l’andamento nel nostro territorio?

In provincia di Salerno le imprese hanno segnalato la necessità e l’importanza degli e-skill per le diverse aree aziendali di inserimento, oltre alle competenze specialistiche professionali proprie del ruolo. Di seguito, in figura, vediamo schematizzata la percentuale di aziende per cui le competenze digitali sono necessarie per la professione e la percentuale per cui non sono necessarie.

Le competenze richieste nel dettaglio

Su un totale di entrate previste di 59.220 in v.a. le competenze digitali di base risultano le più richieste dalle imprese, rispetto alle altre due prese in considerazione.

In particolare:

  • le imprese hanno richiesto 790profili in possesso di competenze digitali di base (pari al 58,7 % sul totale delle entrate complessive), contro una media nazionale del 60,4% ed una regionale del 61,6%

Per quanto riguarda la richiesta di questa competenza con grado elevato il dato territoriale è pari a 9.880 entrate (il 28,4%), rispetto al dato nazionale che è pari al 21,8% ed al 34,1% della regione Campania. Per Salerno la competenza di grado elevato si accompagna alla richiesta di esperienza pari al 77%, ad una difficoltà di reperimento del 30,6%, e, ad una quota destinata ai giovani under 29 pari al 29,3%.

  • hanno domandato570profili con capacità di utilizzare linguaggi matematici/informatici (49,9 % sul totale) contro una media nazionale del 51,5% ed una regionale del 51,9%

Per quanto riguarda la richiesta di questa competenza di grado elevato il dato territoriale è pari a 9.380 ingressi (il 31,7%), mentre il dato nazionale è pari al 16,6% e quello regionale del 32,4%.

  • infine sono oltre 640 le posizioni lavorative per cui le imprese hanno richiesto la capacità di gestire soluzioni innovative 4.0(corrispondenti al 44,9% delle entrate totali) contro una media nazionale del 36,3% e del 39% della regione Campania.

Per quanto riguarda la richiesta di questa competenza di grado elevato il dato territoriale è pari a 8.080 (il 32,7%), mentre il dato nazionale è pari al 11,6% e 35,8% regionale.

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L’indagine Excelsior: le principali figure professionali

Quali sono i profili professionali assunti a seguito di investimenti in trasformazione digitale?

Una volta analizzati gli investimenti in risorse umane a seguito dei processi di digital transformation, occorre anche capire quali siano stati i profili professionali assunti per l’implementazione degli investimenti in trasformazione digitale, per meglio comprendere il mondo del lavoro che cambia.

In valori assoluti, 59.920 imprese hanno dichiarato di aver assunto personale in seguito agli investimenti in trasformazione digitale, per cui i valori presi in esame non si riferiscono al numero di entrate programmate, ma rappresentano solo il conteggio delle aziende che hanno effettuato assunzioni a seguito di investimenti in campo digitale. L’analisi di questo cluster, serve a comprendere meglio quali siano le dinamiche innovative dell’evoluzione della ricerca di profili professionali digitali.

Le segnalazioni delle imprese, che hanno assunto profili in seguito ad investimenti nella trasformazione digitale indicano che 7.150 aziende hanno assunto Digital Marketing, 4.600 aziende hanno assunto Business Analyst, 3.870 imprese con ICT Account Manager, fino alle altre figure legate al modello organizzativo aziendale, al processo produttivo e allo sviluppo di nuovi modelli di business.

Le imprese che hanno assunto personale a seguito di investimenti in innovazione digitale si suddividono in settori di attività secondo una dinamica che vede avanti senza alcun dubbio i servizi rispetto all’industria.

In ordine di valore assoluto le imprese che hanno assunto una figura in seguito a investimenti in trasformazione digitale sono:

  • 490 nel commercio al dettaglio,
  • 310 nel commercio all’ingrosso,
  • 310 nei servizi avanzati,
  • 490 nell’ informatica e telecomunicazione,
  • 310 nei servizi finanziari ed assicurativi,
  • 250 nell’alloggio e ristorazione e servizi turistici.

Buono anche il dato delle costruzioni con 3.890 imprese che hanno assunto nuovi profili lavorativi digitali, nelle industrie si notano 2.470 assunzioni in fabbricazione macchinari e mezzi di trasporto e industrie metallurgiche con 1.940 assunzioni.

Analizzare i dati in valori assoluti risulta importante per dare un quadro migliore degli investimenti in digital transformation, in quanto si possono evidenziare alcuni aspetti oltre al mero calcolo delle percentuali.

Per esempio il “commercio al dettaglio” pur essendo uno dei settori di attività che ha investito percentualmente di meno in trasformazione digitale, ben il 40% delle imprese del commercio al dettaglio non ha investito in digital transformation, in termini di valori assoluti ha dato il maggior contributo per l’assunzione di profili digital.

Questo fenomeno dipende ovviamente dal fatto che le imprese del commercio al dettaglio rappresentano un numero elevato del campione di indagine, per cui si evidenzia una polarizzazione tra chi non ha investito e chi, oltre ad aver investito in trasformazione digitale, ha anche assunto profili professionali adatti a implementarla.

Tutto ciò dimostra un certo dinamismo da parte di una frazione delle imprese di questo settore che ha cercato di reagire al calo dei consumi anche con l’assunzione diretta di figure della trasformazione digitale.

Scarica QUI l’indagine condotta dalla Camera di Commercio di Salerno

Per maggiori approfondimenti https://bit.ly/3maHer7   |  https://bit.ly/3pOg9fJ

#SistemaExcelsior

L’indagine Excelsior: gli investimenti in risorse umane

Quali sono i trend dei nuovi profili professionali a seguito di investimenti in innovazione digitale ?

Gli investimenti in digital transformation impattano sul capitale umano dell’impresa per cui occorre comprendere le dinamiche riguardanti:

  • l’assunzione di nuovi profili professionali legati alla digital transformation,
  • formazione personale già presente per adeguamento delle competenze (upskilling e reskilling)
  • l’attivazione di servizi di consulenza.

In particolare, alle imprese è stata data la possibilità di indicare se esistesse un impatto diretto degli investimenti in trasformazione digitale sul capitale umano oppure no, ed in caso affermativo di indicarne la tipologia tra il reclutamento di nuovo personale, la formazione del personale esistente e l’attivazione di servizi di consulenza.  I dati si riferiscono al 2020 e in particolare al 65,2% delle imprese che hanno indicato di avere investito in almeno uno degli ambiti della trasformazione digitale.

Di questo 65,2%, il 54,1% ha dichiarato di non aver investito in nessun intervento sulle risorse umane, per cui il restante 45,9% delle imprese investitrici in trasformazione digitale ha posto in essere almeno uno dei tre interventi (il quesito era a risposta multipla). Per quanto concerne le imprese investitrici in trasformazione digitale, che hanno anche effettuato interventi sul capitale umano dell’impresa, i dati totali sono i seguenti:

●il 6,3% di queste imprese ha reclutato personale,
●il 39,4% è intervenuta sulla formazione del personale già presente per adeguamento delle competenze
●il 12% ha attivato servizi di consulenza.

Per quanto riguarda i macrosettori di attività, il reclutamento di personale riguarda il 5,7% del settore industria, l’11,5% del settore public utilities, il 4,2% delle costruzioni e il 6,6% dei servizi. La formazione di personale riguarda un range che va dal 34,2% al 39,8% per i vari macrosettori con un picco del 53% per le public utilities. Anche il valore più alto (17,7%) del valore “attivazione di servizi di consulenza” è appannaggio sempre del settore public utilities, a seguire valori che vanno dall’8,7% (costruzioni) al 12,1% (servizi).

 

E l’andamento nel nostro territorio?

Anche in provincia di Salerno quasi la metà delle imprese che ha investito in tecnologie digitali, ha posto in essere almeno un intervento sul capitale umano, con particolare interesse per la formazione del personale esistente (intervento effettuato dal 37,6% delle imprese investitrici). A differenza del dato nazionale, in provincia appaiono più coinvolte nella formazione del personale le imprese industriali (realizzata dal 39,4% delle imprese industriali investitrici in tecnologie digitali) rispetto a quelle dei servizi (38,9% l’analogo dato per le imprese di tale settore).

Scarica QUI l’indagine condotta dalla Camera di Commercio di Salerno

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L’indagine Excelsior: il lavoro agile e lo smart working

L’estensione del “lavoro agile” e dello smart working tra le imprese italiane che hanno investito in maniera strategica in questa innovazione è passata dal 23,3% del periodo pre-covid, al 40,4% nel 2020. A livello regionale abbiamo un incremento dal 18,8% al 35,7% del 2020, mentre la provincia di Salerno, per l’adozione dello smart working, si attesta a 2 punti percentuali in meno della media nazionale, passando comunque dal 17,7% del periodo 2015-2019 al 38,2% del 2020.

Durante il primo lockdown, lo smart working ha coinvolto 6,58 milioni di persone, circa un terzo dei lavoratori dipendenti italiani, con una crescita di oltre 10 volte rispetto ai 570mila censiti nel 2019. Si stima che al termine dell’emergenza i lavoratori “agili” saranno 5,35 milioni. In futuro il 70% delle grandi imprese aumenterà le giornate da remoto, in media da uno a 2,7 giorni alla settimana.

Andamento dei Settori
Gli investimenti strategici in lavoro agile delle imprese del settore industria sono passati dal 19,9% delle imprese investitrici nel 2015 al 33,6% nel 2020. Nel settore servizi dal 24,5% al 43,2%, dal 45,9% al 54% nel settore public utilities e infine dal 18% al 29,6% nel settore delle costruzioni.

Lo smart working e le altre forme di lavoro agile non rappresentano soltanto una nuova tecnologia, ma sono propriamente un nuovo modello di lavoro; il cambiamento dell’organizzazione del lavoro mette in discussione anche l’organizzazione della vita dei lavoratori, dell’economia e del territorio. La pandemia ha offerto la possibilità di sperimentare nuovi modelli organizzativi e di reingegnerizzare i processi di back-office. La “corsa obbligata” verso il lavoro agile per molti settori, oltre a garantire la tenuta del sistema sanitario nella continuità produttiva, ha modificato anche il sistema dei trasporti, portato al ripopolamento dei centri minori ed ha avuto anche esternalità positive nell’incremento delle competenze digitali dei lavoratori. Nei prossimi anni il lavoro agile rappresenterà un modello che andrà oltre le contingenze indotte dagli eventi pandemici.

 

E l’andamento nel nostro territorio?

Analizzando i settori di attività della provincia salernitana emerge, in linea con il trend nazionale, un incremento significativo dell’utilizzo dello smart working in tutte le aree, con un raddoppio nel settore industria passato dal 12% del periodo pre-covid al 24% del 2020.

 

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