Rassegna Stampa 15 aprile 2019

Notizie della settimana 8-14 aprile

Run baby run: il mondo corre veloce e le Pmi devono iniziare, almeno, a scegliere gli scarpini. Nel corso della settimana a Milano è stato organizzato il primo «IA Forum», dall’Associazione Italiana per l’Intelligenza artificiale (AIxIA). Le aziende italiane hanno una conoscenza ancora poco precisa e immatura di cosa sia l’IA e limitata ad alcuni ambiti (lo dice una ricerca dell’Osservatorio del Politecnico di Milano): solo il 12% ha portato a termine almeno un progetto di IA e la maggior parte riguarda assistenti virtuali o chatbot. Gli ambiti di applicazione imprenditoriale dell’IA sono legati ai servizi e ai settori medico, assicurativo e finanziario. Attenzione: già quattro anni fa il 60% degli operatori di Borsa erano macchine!

AI o non AI le imprese chiedono progressivamente sempre più specializzazione: dalla gestione dati alle nuove tecnologie, passando per le competenze tecniche e le soft skill.  La richiesta di alzare il tiro è rivolta non solo all’accademia ma ancora prima agli Istituti tecnici superiori.

Ci sono prove che dimostrano la capacità innovativa di molte Pmi come, per esempio, la crescita esponenziale della loro presenza su Amazone: nel 2018 hanno raggiunto quota 12mila (erano 10mila l’anno prima). Con un aumento del giro d’affari di questo nuovo canale dell’export ancora non molto battuto dalle nostre imprese – spesso ancora restie ad affacciarsi al mondo dell’e-commerce.  Le 12mila Pmi italiane presenti nella piattaforma del’e-commerce sono in prevalenza del Nord dove ci sono il 42% delle imprese che vendono su Amazon, seguite dal Sud e dalla Isole (35%) e dal Centro (23%). E va segnalato che oltre il 50% delle Pmi oltre a sfruttare la visibilità della vetrina Amazon impiega anche i servizi di logistica del colosso dell’e-commerce che ha fatto della sua capacità di spedire la merce in tempi brevi e fino agli angoli più sperduti del pianeta il suo punto di forza. E così queste imprese evitano tutti quei fattori critici (come le guerre in corso, la minaccia terroristica o, in molte zone, il rischio sanitario, insieme a quello metereologico) che riduce l’export e il contatto con mercati di altri paesi.

Ed ora veniamo a noi. In settimana è stata raccontata una storia che ci riguarda da vicino cioè: la storia del quartiere nel quale anche noi di PIDMed svolgiamo la nostra attività. Il giornale parla di un quartiere con due anime: quella in cui resiste il malaffare e quella del futuro. Qualche giorno fa, infatti, un brutto regolamento di conti è stato chiuso con una sparatoria davanti alla scuola, proprio in questo quartiere dove è stato deciso di collocare il Polo tecnologico della Università Federico II di Napoli, la Apple Academy, la fabbrica del Teatro San Carlo, Laboratori hi-tech e di arte, oltre a realizzare piani di riqualificazione con colossi della consulenza che fanno rivivere le fabbriche dismesse. Ed ora le persone chiedono l’esercito davanti alla scuola.

Ebbene questo fatto per noi è l’occasione per ricordare a tutti un concetto per noi fondativo: non c’è innovazione tecnologica se non c’è insieme innovazione sociale.

Che cosa ne pensano i piccoli, medi e grandi player economici che vivono quotidianamente in questa città, in questo quartiere? Cosa hanno intenzione di restituire al quartiere e alle persone che lì sono nate e che ci vivono da sempre? Noi ci stiamo facendo queste domande e ci stiamo lavorando, e voi?

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Rassegna Stampa 8 aprile 2019

Notizie della settimana 1 – 7 aprile

Via libera «salvo intese» al provvedimento per il rilancio dell’economia, con questa alea è stato approvato il decreto per la crescita dal Consiglio dei Ministri. In questo documento si prevede che startup e imprese sotto i 500 mila euro di fatturato siano escluse dalla nuova agevolazione di Impresa 4.0; il nuovo incentivo si applicherà solo alle altre pmi e saranno escluse anche le grandi imprese così come le imprese commerciali e del turismo. In base alla bozza di decreto, i progetti di investimento saranno ammissibili solo per importi di almeno 200 mila euro. E sempre dal fronte di Impresa 4.0 si rileva come, dopo tre mesi abbondanti dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2019, il profilo dell’innovation manager (il superconsulente che dovrebbe aiutare le pmi nella transizione verso il digitale) non è ancora stato definito con esattezza. E, a causa di questa mancanza, resta per ora congelata nel 2019 la dotazione, pari a 25 milioni di euro, che la manovra aveva destinato ai «voucher», i contributi a fondo perduto dedicati proprio a pagare le consulenze specialistiche per l’innovazione.

Se l’offerta è quella che è anche la domanda non scherza in termini di debolezza: nella relazione illustrativa del DL crescita emerge che solo il 13% delle imprese si avvale delle agevolazioni per la digitalizzazione. Il restante 87% dichiara di volere restare nell’alveo delle imprese tradizionali principalmente a causa degli elevati costi per l’evoluzione tecnologica.

Eppure piano piano qualcosa si muove se è vero, com’è vero, che oggi ci sono 285 store virtuali italiani presenti sulle piattaforme Alibaba per oltre mille brand italiani. Grandi nomi della moda e del food, ma anche cantine, aziende di arredo-design, orologi, laboratori di cosmetica che hanno fatto la storia ma che oggi, anche in Italia, hanno un mercato di nicchia.

Ci sono poi settori che stanno trainando l’economia nazionale come il vino. In un anno, come il 2018, in cui il fatturato medio delle industrie manifatturiere è calato del 7,2% e anche quello delle imprese alimentari è diminuito del 4,6%, le società vitivincole in Italia hanno visto i loro affari crescere del 7,5%. Una controtendenza confermata anche dalla crescita dell’occupazione nel settore (+3,7%) e degli investimenti (addirittura +25,9%).

E i settori che continuano a tirare l’economia sono alla ricerca di giovani talenti. L’artigianato di altissima qualità non fa eccezione e ha fame di talenti, soprattutto per evitare che mestieri ben retribuiti e di grande prestigio, che fanno la differenza nei prodotti Made in Italy, vadano verso l’estinzione.

Alle imprese, soprattutto in certi settori-chiave, spetta il compito di trattenere le persone che valgono e anche di attrarre nuovi talenti. Uno strumento che le imprese stanno cominciando a testare, a vantaggio dei lavoratori, è il welfare aziendale. ll Welfare Index Pmi 2019 di Generali Italia (con la partecipazione delle maggiori confederazioni italiane: Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni) mette in evidenza un salto di qualità dell’offerta da parte delle piccole e medie imprese italiane: raddoppiano quelle che hanno attivato misure per i dipendenti. Tra le iniziative più originali si possono segnalare analisi del sangue, check-up medico e controllo oculistico gratuiti; il pranzo dei dipendenti preparato con materie prime bio e a km zero; la campagna “sostituzione degli snack” con ceste di mele e l’attività gratuita di yoga in pausa pranzo.

Intanto Napoli sta diventando una colonia delle Big Tech. Tim WCAP ha aperto a Napoli, in partnership con Cisco Italia e Università degli Studi Federico II con una grande ambizione: diventare punto di riferimento per il rilancio dell’innovazione di tutto il Sud Italia. Un polo strategico dedicato all’open innovation, dove Cisco Italia ha un ruolo fondamentale poiché servirà a sperimentare nuove soluzioni in ambito Industry 4.0, Cyber Security e Smart City anche attraverso la nuova rete 5G.

Chissà se la colonizzazione avrà il potere di affrontare i nodi endemici di questo sistema socio-economico. Chi scommette?

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Rassegna Stampa 1 aprile 2019

Notizie della settimana 25 – 31 marzo

Il bicchiere mezzo vuoto:

  • il Dipartimento delle Finanze ha diffuso la geografia territoriale dei redditi presentando un decennio veramente complicato: dieci anni di altalena -fra doppia caduta del Pil, stagnazione e mini-ripresa- che hanno fatto perdere reddito reale agli italiani con un ampliamento della forbice che separa Nord e Sud. E il Paese si ritrova a crescita zero;
  • il rapporto Istat sulla competitività dei settori produttivi, giunto alla settima edizione evidenzia come sia tornato ad ampliarsi il divario di crescita tra Italia ed Eurozona (dopo che si era ridotto nel biennio precedente). Roma, nel 2018, è andata incontro a un rallentamento: +0,9% da +1,6% del 2017, contro una crescita media europea dell’1,8%. A frenare è stato anche il fatturato manifatturiero, cresciuto del 3,2% ma in decelerazione rispetto al +5% segnato l’anno prima;
  • nell’annuale rapporto Pmi Mezzogiorno -curato da Confindustria e Cerved con la collaborazione di Srm- si raccontano le imprese del Sud, capaci di risalire la china fino al 2017 ma ora alle prese con preoccupanti segnali di rallentamento. Il rapporto si concentra su circa 30mila società di capitali con fatturato tra 2 e 50 milioni e addetti tra 10 e 250. Per il quinto anno consecutivo, nel 2017, il fatturato (+4,4%) e il valore aggiunto (+3,5%) seguono a breve distanza il positivo andamento della media nazionale, anche se fanno eccezione i margini che stentano (+0,5%). Qualcosa però è cambiato nel 2018, soprattutto negli ultimi mesi. Alcuni indicatori: aumentano i giorni di ritardo nei pagamenti, tornano a crescere i fallimenti e crescono anche le liquidazioni volontarie di Pmi in bonis;
  • il Centro studi di Confindustria fa un taglio drastico delle stime di crescita 2019 per l’Italia. Si tratta di previsioni via via rivisitate alla luce dei dati sempre più deludenti in arrivo dall’economia. “Se tecnicamente il secondo calo consecutivo trimestrale per il Pil italiano è legato alle scorte, basta un’occhiata alla serie storica degli investimenti per capire come in 12 mesi sia cambiato tutto, trasformando i tassi di crescita annui del 5-6% (primo semestre) nello 0,1% del quarto trimestre, stagnazione che non si vedeva dal 2014. Ancora peggio va ai macchinari, che passano da una crescita a doppia cifra di inizio anno al calo di oltre un punto di fine 2018”.

Il bicchiere mezzo pieno:

  • il welfare aziendale è in crescita: siamo passati dall’11% del 2016 al 24,8% attuale. Nelle grandi aziende gli imprenditori «molto attivi» nel settore salgono al 71%. Si parla di lavanderia aziendale e spesa a portata di App; poliambulatorio con servizio infermieristico e specialistico a disposizione di dipendenti e loro famiglie. E ancora: orari flessibili per le mamme e i papà, sostegno alla formazione dei figli, palestra e corsi di yoga direttamente “on the job”. Il welfare aziendale sta rompendo la “barriera dimensionale” e si diffonde velocemente nelle Pmi: oggi praticamente una realtà datoriale su due è attiva in almeno quattro aree di servizi rivolti ai propri dipendenti.
  • si è parlato in settimana di economia civile, all’interno di un festival dedicato proprio a questo tema. Si tratta di un’idea di sviluppo che chiede alle imprese più attenzione per l’ambiente e per le persone e non solo agli attivi di bilancio. Per Leonardo Becchetti, economista e promotore del Festival dell’Economia civile di Firenze, è giunto il momento di farsi sentire: “nella nostra visione dell’economia civile ci vuole la crescita ma anche il benessere. Non siamo contro l’aumento del Pil, ma non è l’unica misura che conta. Ci vuole un deciso spostamento verso un’economia circolare e rigenerativa, per far crescere i territori in maniera sostenibile”.

Visto così il nostro Paese sembra un po’ quell’uomo che cade da un palazzo di 50 piani e mano a mano che cade passa da un piano all’altro e sì per farsi coraggio si ripete: “Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene.” Perché, come dice questa storia, il problema non è la caduta, ma l’atterraggio. Come sarà l’atterraggio dell’Italia alla fine della caduta?

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Rassegna Stampa 25 marzo 2019

Notizie della settimana 18-24 marzo

Parrebbe proprio che sul mercato delle scommesse l’Italia abbia una quotazione interessante: in settimana si sono chiusi sia un accordo con la Svezia, interessata all’occasione offerta dal Piano Industria 4.0, sia un grande accordo commerciale con la Cina. E’ arrivato anche il MIT di Boston per portare la rivoluzione 4.0 presso le industrie pugliesi di tre settori: agroalimentare, tessile e meccatronico. E’ sbarcato direttamente dagli USA Alex Pentland, Professore al Mit di Boston, considerato tra i sette «data  scientists» più influenti, con l’intenzione di sperimentare una democratizzazione delle conoscenze e del loro utilizzo a vantaggio dell’economia 4.0.

Con l’intento di favorire e facilitare l’incontro tra le imprese, specie quelle più piccole e le tecnologie, sono stati presentati vari progetti, sia di portata locale, come il Cim di Torino, che di portata eruopea. Il Cim, cioè Competence Industry Manufacturing è un’iniziativa sostenuta da Politecnico e Università degli Studi, forte della presenza di 24 aziende, dall’automotive all’aerospazio passando per Ict e elettronica. A livello europeo, invece, si sta per lanciare uno sportello unico che avrà il compito di tradurre in applicazioni di mercato le ricerche sulle innovazioni, aiutando le start-up e le pmi a sviluppare le loro idee.

Interessante il focus proposto da Il Sole 24 ORE sulle prospettive di Impresa 4.0 concentrato soprattutto sull’evoluzione del rapporto uomo-macchina e sull’evoluzione del sistema delle competenze.

A fronte di chi scommette sull’Italia ci sono indicazioni chiare che arrivano da Bruxelles: “Avete notato che si parla molto meno dell’Italia a Bruxelles? Non perché i problemi siano stati risolti ma perché si è capito che purtroppo il vostro Paese non ha nessuna politica industriale decente da proporre. C’è una sorta di rassegnazione, complice l’imminenza delle elezioni per Strasburgo: l’Italia è irrecuperabile, dal punto di vista della finanza pubblica ma anche dell’affidabilità per gli investitori esteri sistematicamente scoraggiati dalla burocrazia quando non da un’aperta ostilità. Il problema è che tutto questo comporta l’esclusione da qualsiasi processo comune di sviluppo…”. Questo ha esplicitamente detto Daniel Gros, il direttore del Center for economic policy studies di Bruxelles.

Ecco, così forse si capisce meglio la quotazione: a quanto pare l’Italia è data per 10/1, gioco 1 e vinco 10. Che sia per questo che sono in diversi a considerare questo come un momento buono per scommettere sull’Italia?

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Rassegna Stampa 18 marzo 2019

Notizie della settimana 11-17 marzo

Più 4.0 per tutti! Sembra che la rivoluzione 5G porterà -già dal 2020- a rivoluzioni importanti: questa tecnologia si prepara a diventare un fattore abilitante per numerose applicazioni industriali nelle fabbriche intelligenti italiane. Varie sperimentazioni sono già operative in diverse parti d’Italia; intanto, grazie a tecnologie evolute, ci stupisce con effetti speciali il “digital twin” del porto di Genova: una copia virtuale di tutto il sistema fisico reale, realizzata a partire dal progetto Cad tridimensionale e “animata” con i dati raccolti in tempo reale sull’originale.

La trasformazione del sistema produttivo sta accelerando: i dati ci dicono che la produttività delle imprese  più efficienti  sta aumentando a un tasso molto più rapido delle imprese con bassa produttività. Il sistema produttivo è fatto, sempre di più, di aziende che innovano, esportano, usano il digitale e adottano modelli di governance allineati alle migliori pratiche internazionali. E le altre? Sono sufficienti le modalità di supporto messe in campo dal governo?

In attesa di osservare l’evoluzione di questi fenomeni, vanno evidenziati alcuni passi che il governo sta facendo. La scorsa settimana è stato lanciato dal MISE il Portale degli incentivi che si propone come un vademecum ragionato sugli incentivi che la pubblica amministrazione mette a disposizione, attraverso il quale gli imprenditori, come detto, potranno conoscere e approfondire l’incentivo più indicato per la propria impresa e per il proprio investimento. Il governo, inoltre, ha introdotto con la Legge di Bilancio un aumentato al 40% delle deduzioni  fiscali per chi investe in startup e ha allargato l’agevolazione anche alle Pmi innovative che per la prima volta possono raccogliere finanziamenti sulle piattaforme e tutto per favorire il crowdfunding. Secondo il Politecnico di Milano, nel 2018 le start-up italiane hanno raccolto attraverso campagne di equity crowdfunding 36 milioni di euro, il triplo rispetto agli 11,6 milioni del 2017.

Ancora a vantaggio delle start up l’Ice – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane – ha lanciato il programma Global startup program. Il percorso è destinato a 120 startup innovative italiane che siano attive nello sviluppo di innovazioni di prodotti o di servizi, e che vogliono maturare competenze tecniche, organizzative e finanziarie per portare all’estero il loro core business. L’attenzione è focalizzata soprattutto sulle startup che operano in questi settori: Ict (blockchain, intelligenza artificiale, cyber security, Industria 4.0, fintech); automotive e robotica (batterie e auto elettriche, guida autonoma, future mobility, app per il carsharing e relativi web services); medtech (attrezzature medicali e app, life sciences); circular economy (emissioni low carbon, materiali innovativi e sostitutivi della plastica); altri settori innovativi.

E torniamo al tema dei temi: la formazione è un tassello fondamentale per la crescita professionale della persona e per l’acquisizione di competenze chiave nell’Impresa 4.0. Sulle competenze 4.0 ormai l’Italia è stata “adottata” (o presa d’assalto, a seconda dei punti di vista) dalle multinazionali. Accenture ha un piano di recruiting che a fine agosto porterà il numero dei dipendenti in Italia a circa 16mila contro i 13mila della fine agosto 2018. Un incremento che passa attraverso l’inserimento di 3mila assunzioni di cui il 60% neolaureati e rafforzato da 900 stage formativi, di cui generalmente il 70% viene convertito in assunzione. Una crescita per il colosso della consulenza e delle tecnologie che sarà trainato soprattutto dalle nuove competenze in aree chiave (security, architettura delle informazioni volta all’innovazione, analytics, interactive, big data, ..). Accenture ha già 6 Centri di eccellenza in Italia tra cui uno a Napoli, collaborazione con l’università Federico II, con ben 1.700 persone.

Sarà interessante continuare ad osservare SE e COME i processi di cambiamento in corso interagiranno con la tradizione dei distretti produttivi italiani e SE e COME le imprese saranno capaci di orientarsi ad una diversa sostenibilità anche sociale.

Previsioni?

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Rassegna Stampa 11 marzo 2019

Notizie della settimana 4 – 10 marzo 2019

È vero siamo in recessione (dice l’Istat) ma pare che dopo 4 mesi negativi, a gennaio ci sia stato un primo rimbalzo per la produzione con l’energia che traina (+6,4%) insieme al manifatturiero (+1,2%).

Intanto ci si sta attrezzando, in modo sistemico, per supportare startup, scaleup e Pmi innovative: la scorsa settimana è stato presentato, infatti, il Fondo Nazionale Innovazione, un soggetto unico con una dotazione finanziaria di partenza (prevista nella Legge di Bilancio) di un miliardo di euro in tre anni e la cui gestione verrà affidata alla Cassa depositi e prestiti (Cdp), attraverso una cabina di regia. L’obiettivo è quello di riunire e moltiplicare risorse pubbliche e private dedicate a un tema strategico per il futuro del Paese. L’idea è quella di creare una vera e propria “casa del venture capital”, con attività di accelerazione, uffici di coordinamento delle azioni territoriali, un team dedicato che possa investire direttamente in startup o operare come fondo dei fondi, seguirne passo passo l’evoluzione e alimentarne la crescita del fatturato attraverso le connessioni con il suo network di aziende avviate.

Non solo banche, quindi, per il credito alle imprese ma anche altre fonti di finanziamento legati soprattutto a esigenze di sviluppo come il private equity; il venture capital; la Spac; la quotazione in borsa; il private debt.

Con l’intento di aiutare il finanziamento di piccole e medie imprese europee, favorendo l’accesso  ai mercati finanziari, Parlamento, Consiglio e Commissione Europea hanno deciso di semplificare le regole da rispettare in occasione della quotazione in Borsa. Alcuni ostacoli saranno eliminati, e i costi saranno ridotti. L’intesa prevede concretamente la modifica di due regolamenti europei: il primo riguarda i prospetti finanziari, mentre il secondo è quello che regola le fattispecie relative agli abusi di mercato.

Interessanti esperienze di innovazione tecnologica iniziano a permeare anche i sistemi produttivi tradizionali delle pmi e del mondo artigiano. Accanto alla propria creatività e al talento gli artigiani contemporanei usano le nuove tecnologie e l’innovazione digitale sia nei processi di produzione sia in quelli di comunicazione e vendita. Nelle botteghe come nelle piccole imprese si lavora anche con stampanti 3D e social media. È Confartigianato a confermarlo: nel 2017 (ultimo dato disponibile) nel settore tessile-abbigliamento-calzature, la prima voce di investimento per le aziende artigiane è stato l’e-commerce, scelto dal 31,1% delle imprese, percentuale più alta del 22,8% del manifatturiero.

Questo processo potrà essere  velocizzato, come previsto dal Piano Nazionale Impresa 4.0, dal lavoro che nei prossimi mesi sarà realizzato dai Competence Center e dai digital innovation hub.

Ora la questione è: come si tradurrà il modello di Industry 4.0, preso in prestito dalla Germania, nel nostro contesto economico, sociale e culturale?

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Rassegna Stampa 4 marzo 2019 (notizie della settimana 23 febbraio – 3 marzo)

La Commissione Europea non si fida di noi: dice che l’Italia ha troppe riforme incompiute a fronte di un deterioramento del bilancio nazionale a di uno stallo delle riforme economiche. C’è di più: l’Europa intravede difficoltà sia per la sostenibilità delle finanze pubbliche sia sulla produttività e la crescita del PIL. Intanto il Governo presenta una serie di misure inserite nella legge di bilancio a favore del venture capital e delle startup innovative e lancia un sito unico con le informazioni sugli incentivi alle imprese. Imprese che, studiate da diversi punti di vista, mostrano di essere, in generale, poco coraggiose verso i mercati emergenti e troppo legate a un sistema di governo familiare. Le quasi 3.000 imprese manifatturiere analizzate da Unioncamere-Mediobanca si dividono, nell’approccio a internet, tra evolute e rinunciatarie. Se a questa si aggiunge la fotografia scattata da Symbola, sempre insieme a Unioncamere, si vede come la scelta green stia pagando: chi crea prodotti verdi cresce, innova ed esporta di più. L’Italia è leader europeo nella dematerializzazione dell’economia: per ogni chilo di risorsa consumata genera 4 euro di Pil, contro una media Ue di 2,24 euro.

Sui temi della green economy sono uscite allo scoperto, la settimana scora, le big dell’energia che intendono aprire la strada ad un nuovo business nel segno della sostenibilità, dell’innovazione e dell’economia circolare, oltre che dell’apertura e del dialogo con il territorio e le comunità locali.

Si è parlato di nuovi dialoghi e nuovi collegamenti tra le imprese anche nel corso di una manifestazione organizzata a Milano da Confindustria: Connext, il primo evento nazionale di partenariato tra queste imprese, organizzato per mettere insieme il mondo produttivo, farlo dialogare, creare reti, spingere le filiere di settore e tra piccole, medie e grandi imprese. Costruttiva è stata in particolare la condivisione di best practice con, in prima linea, molte piccole e medie aziende, incubatori come Digital Magics, colossi come Leonardo, Siemens e Hp, banche al top come Intesa Sanpaolo.

Ed è utile che le imprese si confrontino, all’interno di un sistema a rete, anche per confrontarsi con l’ondata di nuovi lavori che dovrà essere affrontata nei prossimi 5 anni. Si parla infatti di quasi 500mila tecnici da assumere, super periti, diplomati Its, laureati in materie «Stem». Già oggi il 33% delle professionalità tecniche risulta “introvabile”. Ci sarà bisogno, da qui al 2023, anche di quasi 300mila operai specializzati. Tra i colletti “bianchi” invece il mercato ricercherà, tra gli altri, 100mila ingegneri e 65mila laureati scientifici. Senza dimenticare il connubio, sempre più necessario, tra aziende e manager (per spingere l’innovazione); come pure quei lavoratori che per riorganizzazioni o ristrutturazioni aziendali hanno necessità di aggiornare o “ricalibrare” le proprie competenze per migliorare la propria occupazione, o ricollocarsi con maggior rapidità.

Pare che ci sia un grande potenziale, dunque,  ma sarà in grado il nostro Paese di affrontare questa sfida potente? Quella delle competenze e quella dei nuovi lavori?

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Rassegna Stampa Digital Cafè

Il 26 febbraio si è tenuta, presso la CCIAA di Salerno, la Conferenza Stampa Digital Cafè, il programma di incontri del Centro per l’Artigianato Digitale realizzato in collaborazione con PIDMed e rivolti alle imprese della provincia di Salerno. Venti seminari gratuiti rivolti ad artigiani, imprenditori e professionisti makers, per introdurli alla trasformazione digitale 4.0.

Ad aprire la conferenza di presentazione dell’iniziativa, tenuta martedì 26 febbraio 2019 presso la Camera di Commercio di Salerno – via Generale Clark 19, Alessandro Giordano, Università Federico II di Napoli e Direttore Scientifico del progetto PIDMed. Quarta Rivoluzione Industriale e concetto di impresa 4.0 per le piccole e medie imprese i temi principali trattati calati nella realtà salernitana ponendo l’attenzione sull’importante opportunità di formazione ed aggiornamento aperta a professionisti e PMI interessati a sperimentare le nuove tecnologie digitali ed applicarle alla loro professione.

A seguire Amleto Picerno Ceraso, Fondatore di Medaarch ed esperto di Additive Manufacturing e Digital Innovation, ha illustrato nel dettaglio il programma delle attività formative che si terranno al Centro per l’Artigianato Digitale di Cava de’ Tirreni. 

Ha concluso i lavori Andrea Prete. il presidente della Camera di Commercio di Salerno e Vicepresidente Vicario di Unioncamere Nazionale.

“Siamo davvero felici di lanciare queste opportunità di aggiornamento professionale in collaborazione con la Camera di Commercio di Salerno e l’iniziativa PIDMed – afferma Amleto Picerno Ceraso – Gli strumenti di formazione che abbiamo messo a punto  danno la possibilità ad imprese e artigiani di scoprire il valore che le tecnologie digitali possono apportare alle loro attività.” I seminari proposti andranno dalle tecnologie più interessanti di fabbricazione digitale inserite nel Piano Industria 4.0. ai percorsi che le aziende devono affrontare per la trasformazione digitale dei loro processi e prodotti.

“La realtà industriale italiana, il cui tessuto imprenditoriale è costituito per lo più da piccole imprese, necessita di approcci e soluzioni diverse e rispettose delle singole peculiarità di ciascun comparto. Il concetto di concetto “industry 4.0” utilizzato in Germania è legato ad un mercato con caratteristiche profondamente diverse. – dichiara Andrea Prete presidente della Camera di Commercio di Salerno e Vicepresidente Vicario di Unioncamere – spiegando le motivazioni che hanno fatto nascere PIDMed-  Siamo stati la prima Camera di Commercio che, attivando una collaborazione con l’Università Federico II di Napoli, recentemente nominata Competence Center del Piano Nazionale Impresa 4.0, ha avviato un percorso di avvicinamento alle micro/piccole/medie imprese del territorio al fine di sviluppare un modello autoctono di innovazione che sia capace contemporaneamente sia di sostenere i giacimenti di valore che storicamente le nostre imprese hanno costruito sia di favorire la nascita e lo sviluppo di nuove imprese innovative”.

In questa direzione oltre a misure finanziarie, la CCIAA con il progetto PIDMed sta promuovendo una miriade di attività gratuite per gli imprenditori salernitani in termini di consulenza, formazione e conoscenza.

“L’Italia, al centro della complessità tra Europa e Mediterraneo, merita di cogliere la sfida per generare un modello d’innovazione coerente con i suoi valori e le sue peculiarità. –ha spiegato Alessandro Giordano-  Le piccole e medie imprese che hanno fatto grande l’Italia non possono snaturarsi sotto il peso della propaganda tecnologica. Ma è il tempo di addomesticare le tecnologie per rilanciare e fare grandi le nostre imprese nel mondo, producendo impatti positivi sull’economia, l’ambiente e le nostre comunità. Questo è possibile farlo mettendo al centro la conoscenza del saper fare delle eccellenze imprenditoriali dei territori, interconnettendola con il meglio della ricerca scientifica e tecnologica 4.0, grazie a ponti non solo con il mondo accademico ma anche con realtà come fablab, startup e il Centro di Artigianato Digitale”.

Qui maggiori info.

Di seguito cosa si è detto dell’evento:

Dentro Salerno

Salerno notizie

Gazzetta di Salerno

TgNews24

Amalfi Notizie

Geos News

Positano News

SeiTV

Salerno Notizie.it

Costo Zero

Salerno Today

Dentro Salerno

Lira TV

La Red

Salerno Sera

TG RTC Quarta Rete

TG Lira TV

Rassegna Stampa 25 febbraio 2019 (notizie della settimana 16 – 22 febbraio)

Continua a comporsi lo scenario geopolitico del digitale con grandi investimenti funzionali a lanciare innovazioni in settori industriali rilevanti che possono trainare le filiere. Succede per esempio con  l’accordo firmato da Leonardo con l’Università Federico II di Napoli. Il gruppo industriale investe sei milioni di euro per dar smalto e competitività ulteriore ad un polo industriale di alta tecnologia che dà lavoro in Campania anche a 270 aziende dell’indotto. Si tratta di un campus di ricerca aerospaziale e nuove tecnologie.

A Milano IBM scommette quaranta milioni di euro (con un investimento di nove anni) per accelerare l’ingresso nell’era digitale. E a Torino arriva a marzo la nuova Digital factory di Italiaonline, la prima internet company italiana con oltre 18,4 milioni di utenti unici mensili nata dalla fusione per incorporazione di Italiaonline in Seat Pagine Gialle.

Agli investimenti privati si aggiunge la spinta all’innovazione delle istituzioni, sempre orientata ad avvantaggiare intere filiere. Arrivano nelle prossime settimane due bandi «Erasmus plus» per sostenere la formazione nel settore di tessile, moda e accessori, con un budget previsto per il 2019 di 2,7 miliardi di euro.

Dulcis in fundo arrivano anche le banche. Per valorizzare le PMI Intesa San Paolo lancerà un programma di accompagnamento alla crescita delle imprese  dando visibilità alle tante aziende che, in tutta Italia, rappresentano un esempio di eccellenza imprenditoriale e del made in Italy. In questa iniziativa Intesa Sanpaolo sarà affiancata da Bain&Company, Elite e Gambero Rosso, così da mettere a disposizione delle aziende selezionate per «Imprese Vincenti» strumenti di supporto alla crescita come advisory dedicati alla comprensione del posizionamento strategico dell’azienda sul proprio mercato di riferimento e all’identificazione di possibili linee guida per lo sviluppo, confronto con la community Elite, possibilità di confronto con best practice internazionali e partecipazione a corsi di formazione, workshop o sessioni dedicate su tematiche di carattere strategico. Pronti, partenza, …

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Rassegna Stampa 18 febbraio 2019 (notizie della settimana 11 – 15 febbraio)

Parola chiave della settimana: mismatch. Eh si: perché se da una parte le tecnologie avanzano sempre più velocemente, dall’altra le competenze faticano a stare al passo così come la mancanza di competenze necessarie ad accogliere la trasformazione.

Pare che in Italia, secondo dati riportati da EY, nei prossimi 5 anni e salvo revisioni dell’età pensionabile, ci saranno circa 2,5 milioni di posti di lavoro disponibili. Il problema è individuato, in questo momento, in capo alle piccole imprese: le grandi aziende, infatti, si stanno aggiornando per mantenersi in linea con il progresso investendo per adottare tecnologie e in corsi di aggiornamento professionale, cosa che non stanno invece facendo le piccole e medie imprese. Il rischio, per altro, è che se le PMI rimangono indietro si generi un rallentamento dell’intera filiera.

Interessante l’analisi proposta attraverso l’indice Eides (European Index of Digital Entrepreneurship Systems), recentemente sviluppato da Imperial College di Londra e Università di Pécs in Ungheria, insieme all’Institute for Prospective Technological Studies (Ipts) del Joint Research Center della Commissione Europea.

Secondo questo indice il nostro Paese presenta un vantaggio relativo in termini di livello di collaborazione/ networking tra aziende e rapporti di filiera. Elevati sono i tassi di imprenditorialità nei settori tradizionali, tante le iniziative di supporto sul territorio. Buono è anche il livello di maturità delle nostre imprese e la loro capacità di competere sui mercati internazionali. L’Italia dispone inoltre di un mercato interno particolarmente sviluppato, con una domanda che chiede soluzioni di qualità. Ciò nonostante, la componente digitale dell’indice Eides segnala un’adozione insufficiente delle tecnologie tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione, un livello ancora basso di affidabilità dell’infrastruttura digitale e ampi margini di miglioramento per lo sviluppo di leggi e regolamenti a tutela della riservatezza nell’uso dei dati e della sicurezza del consumatore, definite condizioni di stan-dup per l’imprenditoria digitale.

I vulnus su cui ci si deve concentrare sono: l’attrazione e la formazione di capitale umano high- skilled, la promozione della cultura imprenditoriale e, più in generale, l’abbattimento degli ostacoli che rendono complessa la crescita delle aziende.

La strada è segnata, ora tocca percorrerla ma di corsa!

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