Rassegna Stampa 20 maggio 2019

Notizie della settimana 13 – 19 maggio

Good news:  sono molto buoni i risultati che emergono dal Monitoraggio Nazionale 2019 sul Sistema degli Its, istituti tecnici superiori post scuola superiore. Le imprese assumono quasi l’80% degli studenti di questi Istituti entro un anno dal diploma, offrendo loro un posto di lavoro coerente con il percorso di studi. Piacciono sempre di più ai liceali, che rappresentano il 21,3% degli iscritti, in crescita così come i laureati (6,1%). Merito soprattutto della qualità della formazione e dell’organizzazione con il 42% delle ore totali del percorso realizzato in impresa, il 27% di teoria in laboratori di aziende o di ricerca e il 70% di docenti provenienti dal mondo del lavoro. E’ interessante il fatto che le aziende hanno un ruolo attivo e di primo piano nella didattica degli Its: quasi la metà delle ore totali del percorso è realizzato in impresa, superando la soglia minima obbligatoria (30%) per tutte le aree tecnologiche e coinvolgendo negli stage 2.467 aziende.

Ma non è tutto oro quello che luccica: agli Stati Generali dell’Education organizzati a Torino da Confindustria, si sono messi in evidenza i ritardi e il gap italiano rispetto ai principali paesi europei, a cominciare proprio da quanto il paese investe nel sistema scuola: il 3,4% del Pil, in calo rispetto al passato e meno di quanto invece Francia o Germania assicurano all’educazione. La prima sfida, secondo Confindustria, è di aumentare, almeno di un punto, la percentuale di Prodotto interno lordo destinata all’education: “20 miliardi in più in 5 anni che potrebbero essere destinati a più orientamento, più formazione sul lavoro, laboratori, e soprattutto più Its per far crescere la formazione terziaria professionalizzante di cui il Paese ha urgente bisogno“.

Più education, dunque, per accompagnare i processi di cambiamento in corso e speriamo che ci si ricordi di inserire, insieme alle materie tecniche, anche le scienze dell’uomo necessarie alla crescita di persone che siano in grado di affrontare i cambiamenti generati dalla Rivoluzione 4.0.

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