Ci sono fronti di cambiamento, molto complessi da affrontare, che segnano una via verso un possibile futuro delle imprese. Il primo è quello green: rigenerare, infatti, non solo fa bene all’ambiente ma è anche un motore di sviluppo economico e occupazionale. Per ogni addetto operante nelle attività di riciclo vengono creati 12 posti di lavoro lungo l’intera filiera. Certo, per fare impresa con l’ambiente, le aziende devono investire in ricerca e in innovazioni, altrimenti il rischio è di perdere il mercato.
L’altro fronte di cambiamento, anche questo non banale, è orientare la cultura delle imprese alla condivisione delle informazioni e dei dati. Questo soprattutto nell’era del machine learning che, come sostiene Bruce Kramer (studioso della manifattura, dal Mit alla National Science Foundation Usa) sarebbe una grande occasione per le aziende stesse in termini di conoscenza e creazione delle strategie: «Non basta mettere sensori dappertutto e attendere che l’intelligenza artificiale ci dica che cos’è importante. Conta sapere che cosa si fa con i dati». Perché, dice “Un’idea importante tra mille pazze potrebbe cambiare il mondo”. E a questo proposito l’idea di Kramer potrebbe essere di avere una sorta di Google per i servizi manifatturieri. «Nella manifattura di solito i problemi sono già stati affrontati tutti da qualcun altro. Penso a una piattaforma di ricerca, di servizi per la manifattura, dove chi ha un progetto possa cercare chi produce già le componenti o metodi per realizzarlo – un modo molto economico di produrre». «Non abbiamo ancora provato a trasformare i servizi per la manifattura in un vero mercato». È un’idea per una startup… «Sì. Qualcuno ci sta già lavorando».
Insomma, con un’inversione di 180° verso la sostenibilità ambientale e la condivisione di dati, idee e soluzioni, green e condivisione possono diventare i nuovi mantra degli imprenditori che guardano il presente con lo sguardo dritto e aperto nel futuro.
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